La lavorazione della terra comprende varie tecniche: il dissodamento o sterratura, ossia l'eliminazione di pietre, radici o altro, effettuata con zappa, bidente; il rivolgimento delle zolle (aratura) che a secondo del tipo di terreno (ubicazione, inclinazione, qualità) può essere condotto con la zappa, la vanga, l'aratro; la frantumazione delle zolle o erpicatura, effettuata solitamente con l'erpice e il bidente; la semina nella quale entrano in funzione di nuovo l'aratro o vari tipi di zappa e di erpici; la sarchiatura, eliminazione di erbacce con sarchi o zappette leggere.

L'aratura è rappresentate da alcuni esemplari di aratro in legno, strumento antichissimo risalente ai primi tempi della rivoluzione neolitica. Ad essi venivano aggiogati due buoi, ma anche cavalli, muli e asini.

Il solco tra Romolo e Remo su cui nacque Roma fu disegnato da un aratro.

Le colline e le montagne della Sicilia presentano ancora oggi estese macchie di frassini di manna Nei mesi di luglio e agosto il contadino comincia a incidere (ntaccari) il tronco delle piante ormai mature.

Ne esce un liquido che si va rapprendendo man mano che arriva all'aria aperta; la manna solidificata comincia a raccogliersi otto giorni dopo l'incisione.

Il cannello di manna (cannolu) costituisce la parte più pregiata del prodotto: perciò viene staccato dal tronco con estrema delicatezza ricorrendo ad un filo metallico sottilissimo impiantato su un arco teso (archettu). La rimanente viene staccata dal tronco mediante la rasula. Quindi viene messa ad essiccare prima di essere venduta".