La vite, insieme all'olivo, è il simbolo della civilta' mediterranea. La Bibbia assegna a Noe' la paternita' della tecnica vinificatoria.

Le colture della vite e del grano furono determinanti nel processo di trasformazione dell'uomo da nomade ad agricoltore.

Il vino curava la stanchezza, ritemprava il corpo, difendeva dal freddo ed era un amico buono e generoso nelle lunghe sere d'inverno.

Alimento, ma anche medicamento.

Nell'Iliade Omero descriveva la pulizia delle ferite con il vino.

I cavalieri di Annibale lo utilizzarono, 250 anni prima della nascita di Cristo, alla vigilia della battaglia di Canne, per disinfettare ed allontanare le pulci dai propri cavalli.

La vendemmia era un evento moto importante per la società contadina.

La cura del vigneto comprendeva la posa di nuove piante in sostituzione di quelle vecchie, la sarchiatura dei filari, la potatura, le stagionali irrorazioni con il verderame e nel periodo tra la fine di settembre e la prima metà di ottobre il suo compimento.

La prima fase della produzione del vino consisteva nella pigiatura, che veniva effettuata prima dai piedi dell'uomo e poi per mezzo di pigiatrici; per le uve destinate alla vinificazione in bianco (senza mucce) si utilizzavano i torchi.

Il prodotto di tale operazione, detto mosto, veniva raccolto in tini dove veniva fatto fermentare, poi veniva travasato nelle botti, successivamente filtrato e infine imbottigliato.